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3 ottobre 2009 | Notizie | Honduras libre | Diritti Umani
I fatti precipitano nella situazione honduregna al completarsi insolitamente il terzo mese del regime di fatto, con Manuel Zelaya minacciato nonostante sia protetto dallo statuto diplomatico dell’ambasciata del Brasile a Tegucigalpa, il peggioramento della repressione contro i civili con la fine delle garanzie individuali per 45 giorni e l’isolamento internazionale del regime dittatoriale.
Decreto infame
Nel colmo dell’aberrazione giuridica e politica, il governo di fatto di Roberto Micheletti ha appena pubblicato un decreto nel quale cita la Costituzione honduregna per stabilire la sospensione delle garanzie individuali, la chiusura di mezzi di comunicazione che propaghino informazione contro il golpe e la convocazione a concentrazioni “non autorizzate dall’autorità”.
Anche se nessuno aveva dubbi riguardo il vero carattere del governo di Micheletti, al compiersi il secondo mese del trasferimento di Zelaya, con questa dichiarazione di stampo autoritario il regime perde definitivamente la sua maschera.
“Coperta” da questa disposizione la dittatura di Roberto Micheletti ha chiuso lunedì mattina molto presto Radio Globo e sequestrato i materiali dell’emittente, ha informato l’agenzia Prensa Latina, che ha anche segnalato l’intimidazione di cui era oggetto il Canale 36 che nelle ultime settimane ha mantenuto una programmazione di 24 ore denunciando le barbarie del regime
Da Vía Campesina puntano ai gruppi di potere
Dall’isola spagnola di Minorca, un insieme di organizzazioni, che hanno partecipato alla riunione di Vía Campesina sui cambi climatici, ha ripetuto la richiesta della fine del golpe e la restituzione di Zelaya, allo stesso tempo hanno riflettuto su alcuni insegnamenti del caso honduregno proiettandolo nella regione.
Amici della Terra Internazionale, GRAIN, Associazione tra i popoli e Veterinari Senza Frontiere, oltre alla Vía, mettono in allerta che il golpe contro Zelaya “rivela ancora una volta la disperazione dei gruppi di potere economico e della destra politica di fronte all’avanzata democratica delle forze progressiste e patriottiche che promuovono cambi profondi. Risulta fondamentale mantenere e rafforzare l’unità e l’integrazione dei popoli al fine di prevenire ed evitare qualsiasi tentativo golpista in qualsiasi altro paese”.
Le organizzazioni hanno appoggiato l’iniziativa della Federazione Internazionale dei Diritti Umani di portare il caso del “cuartelazo” del 28 giugno davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja con l’accusa di crimini contro l’umanità.
Honduras nel cuore e nell’azione
Nel momento in cui le novità in un’escalation di gravità continuano ad arrivare dal territorio honduregno, sempre più organizzazioni in tutto il mondo esigono la fine della dittatura, che continua perpetrando crimini di Stato, e la ristabilizzazione delle garanzie pubbliche. Ai tre morti della repressione si aggiungono centinaia di feriti, alcuni gravi, ciò dovuto al clima di impunità in cui si muovono Polizia ed Esercito.
Verso la fine della settimana scorsa un insieme di organizzazioni uruguaiane hanno emesso un comunicato pubblico in questo senso, promuovendo nuove mobilitazioni che conducano ad un’azione energica degli organismi internazionali.
Redes – Amici della Terra Uruguay, il Centro Interdisciplinare di Studi sullo Sviluppo (CIEDUR), Amnesty International Sezione Uruguay, Madri e Famiglie dei Detenuti Desaparecidos, il Servizio Pace e Giustizia e ALAMES (Associazione Latinoamericana di Medicina Sociale) esortano tutti i movimenti e organizzazioni sociali latinoamericane e del mondo intero a manifestare energicamente il proprio ripudio alla Dittatura di Micheletti e a realizzare azioni in difesa dei diritti umani in Honduras e della ristabilizzazione del governo costituzionale di Manuel Zelaya.
Le organizzazioni sociali uruguaiane, che fanno parte della sezione uruguaiana della Piattaforma Interamericana di Diritti Umani, Democrazia e Sviluppo, si aggiungono ad organizzazioni sorelle di altri paesi per esigere che le Nazioni unite si faccia presente in Honduras per verificare le diverse violazioni dei diritti umani che avvengono nel paese.
traduttrice: Giorgia Scurato
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