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7 luglio 2010 |

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L’Unione Europea e la sua crociata neoliberale in America Latina

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I Trattati di Libero Commercio (TLC) che l’Unione Europea ha firmato in maggio con l’America Centrale, Colombia e Perù sono una grave minaccia per la sovranità alimentare dei popoli, i boschi e la pesca artigianale, e allo stesso tempo aggraveranno la crisi climatica, hanno concluso varie organizzazioni sociali latinoamericane riunite a Montevideo, la capitale uruguayana. Hanno messo in allerta inoltre che i paesi del MERCOSUR (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) corrono lo stesso rischio dopo la decisione di riniziare le loro negoziazioni con la UE per un accordo simile.

Il Gruppo Sementi della Colombia, la Rete Manglar dell’Ecuador, il Progetto Andino di Tecnologie Contadine del Perù, CEPEDES del Brasile, il Movimento Mondiale per i Boschi Tropicali e REDES-Amici della Terra Uruguay hanno emesso la settimana scorsa (dopo essersi riuniti a Montevideo) un comunicato nel quale rifiutano i TLC firmati dall’UE con i paesi della regione. Questi accordi commerciali, che ancora devono essere ratificati dai parlamenti nazionali, si inseriscono nella strategia denominata “Europa Globale”, implementata dall’UE a partire dal 2006 per rafforzare le sue grandi corporazioni transnazionali nel mondo.

Secondo le organizzazioni latinoamericane, le analisi settoriali dei possibili impatti dei TLC sui boschi, la sovranità alimentare, la pesca e il cambiamento climatico indicano che l’UE ha concretizzato con Colombia, Perù e il Centroamerica accordi tanto o più pericolosi di quelli firmati dagli Stati Uniti con questi Stati. L’obiettivo è lo stesso: approfondire la liberalizzazione commerciale nei settori strategici delle economie latinoamericane a beneficio delle imprese europee.

Alcuni degli strumenti di questi TLC sono la liberalizzazione degli investimenti, del settore dei servizi, l’apertura del settore agricolo, l’eliminazione degli ostacoli all’esportazione (sia tariffarie che non tariffarie), il rafforzamento dei Diritti di Proprietà Intellettuale (brevetti) e l’apertura degli acquisti statali latinoamericani a venditori europei.

“Queste misure aumenteranno la presenza delle grandi imprese nel settore agricolo. L’agricoltura industrializzata, con grandi macchinari, uso di pesticidi, sarà rafforzata, sommando i brevetti sulle sementi, a danno dell’agricoltura familiare e contadina. Le politiche alimentari controllate dal mercato internazionale continueranno a beneficiare le imprese e a pregiudicare la sovranità alimentare dei popoli, le loro possibilità di determinare i propri costumi alimentari locali e nazionali”, assicurano i gruppi sociali.

Hanno anche segnalato che i TLC promossi dall’UE aumenteranno l’impulso nel Sud all’attività di disboscamento, gli agrocombustibili, l’allevamento intensivo, le monocoltivazioni di alberi, il settore agroalimentare in generale, che ha devastato le foreste e sfollato alle comunità locali, specialmente indigene.

Le organizzazioni sociali hanno aggiunto che anche la piccola pesca artigianale, fondamentale per la sovranità alimentare, corre rischi. Le grandi imprese europee già occupano posizioni dominanti nel settore ittico latinoamericano, controllano il giro di affari di specie come gamberi, tonno e tilapia. La loro pesca a strascico assolutamente insostenibile è già grave oggi, e le misure commerciali che difendono le grandi corporazioni della pesca pregiudicano le possibilità dei piccoli pescatori, che ottengono sempre meno.

Infine, i gruppi sociali latinoamericani hanno segnalato che le condizioni imposte dall’UE nelle negoziazioni rinforzeranno la già crescente implementazione delle false soluzioni al cambiamento climatico negli stati latinoamericani: sviluppo dei transgenici, agrocombustibili, la Riduzione delle Emissioni per Deforestazione e Degradazione delle Foreste nei paesi in via di sviluppo (REDD) e i meccanismi di sviluppo pulito, così come le piantagioni di alberi per ottenere carbonio, e le dighe. Queste misure distraggono la dovuta attenzione a ciò che realmente è necessario per far fronte alla crisi climatica: che i paesi industrializzati riducano radicalmente le emissioni contaminanti, hanno aggiunto le organizzazioni sociali.

Questi TLC si scontrano anche con la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli Indigeni e con l’Accordo 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui Popoli Indigeni e Tribali, perchè non vengono realizzate consultazioni precedenti a queste comunità.

(CC) 2010 Radio Monde Réel

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