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4 de agosto de 2009 | | |

Ricordare è resistere

Il movimento popolare honduregno ricorda i docenti assassinati dalla dittatura e annuncia nuove mobilitazioni

Oggi il movimento popolare che reclama la restituzione della democrazia in Honduras – da quando lo scorso 28 giugno è stato deposto il presidente Manuel Zelaya con un colpo di Stato – ricorderà i docenti Róger Vallejo e Martín Florencio Rivera, che furono assassinati recentemente dal regime repressivo comandato da Roberto Micheletti.

Vallejo è morto sabato mattina in ospedale, dove era ricoverato da giovedì, giorno in cui gli spararono alla testa quando le forze armate sgomberarono violentemente il picchetto delle persone che resistono pacificamente di fornte al golpe.

Lo stesso giorno vennero feriti gravemente vari manifestanti, tra loro il dirigente popolare e candidato presidenziale Carlos H. Reyes, che è ancora ricoverato con fratture e ferite profonde.

L’altro docente assassinato, Martín Florencio Rivera, è stato finito con armi bianche nella notte di ieri mentre ritornava a casa sua e dopo aver assistito alla veglia funebre di Vallejo. La sua famiglia ha annunciato che sarà seppellito oggi.

Varie missioni internazionali di diritti umani presenti recentemente in Honduras hanno pubblicato le loro relazioni nelle quali si documentano le numerose violazioni di diritti umani compiute dal regime di fatto, reprimendo i manifestanti pacifici, praticando esecuzioni extragiudiziali e limitando la libertà di espressione.

Agnes Callamard, referente dell’organizzazione britannica ARTICLE 19, che difende i diritti dei mezzi di comunicazione, ha detto all’agenzia Reuters che il suo gruppo aveva constatato che il governo di fatto aveva chiuso varie emittenti radio e televisive che non sostenevano il golpe.

“I giornalisti stanno ricevendo minacce e vengono intimiditi attraverso posta elettronica e chiamate telefoniche. Sono state fatte accuse di uccisioni extragiudiziali da parte delle forse di sicurezza dello Stato”, ha affermato. Retour ligne automatique
Nel frattempo il presidente Zelaya ha indicato che denuncerà i golpisti davanti alla Corte Penale Internazionale e ha annunciato che andrà in Messico martedì per riunirsi con il suo omologo messicano, Felipe Calderón.

In Honduras, nonostante la repressione, il movimento popolare continua la mobilitazione e ha annunciato che mercoledì realizzerà due marce moltitudinarie per esigere il ritorno alla democrazia.

traduttrice: Giorgia Scurato

Foto: http://www.que.es/

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Audio: MP3 – 1.7 MB 2 minutti, 24 secondi

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