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22 de marzo de 2010 | | |

Riunificare la resistenza

Miguel Ángel Paz, dell’organizzazione Enlace Comunicación y Capacitación

Il lavoro di rendere visibile la vita delle comunità contadine indigene della Selva Lacandona è il cammino per smentire la versione ufficiale secondo la quale gli abitanti sono colpevoli del suo deterioramento.

La logistica necessaria per la realizzazione di un incontro internazionale in piena Selva Lacandona era, di per sè, una sfida. Tuttavia Enlace Comunicación y Capacitación, la principale organizzazione responsabile della realizzazione del Forum Sociale di Montes Azules, in Chiapas, Messico, ha aggirato questo ostacolo nel senso che era fondamentale che gli abitanti delle comunità minacciate di espropriazione partecipassero direttamente a tale istanza.

Così lo ha commentato in un’intervista con Radio Mundo Real, Miguel Ángel Paz, attuale direttore di Enlace. “In genere succede che chi si riunisce per dialogare, per parlare di questi problemi lo faccia fuori dalla riserva e quindi non sono i veri attori colpiti dalla situazione”, spiega l’attivista durante la seconda giornata di delibere nella comunità Candelaria, lo scorso sabato 6 marzo.

Nella disputa per la terra e il territorio contrastano gli attori “senza viso” come le transnazionali che lottano per capitalizzare le ricchezze della Selva Lacandona e delle comunità colpite.

Da qui che le esposizioni realizzate durante il Forum siano state utili, secondo Miguel Ángel, per identificare gli interessi concorrenti riguardo la selva e le sue risorse naturali secondo i quali si propone ufficialmente l’evacuazione delle comunità considerate “illegali” come forma di “preservare” il suddetto ecosistema.

“La strategia del governo di dividere le comunità per indebolire la resistenza ha avuto risultato, purtroppo.”, sostiene Miguel Ángel, secondo cui il Forum e la sua decisione di convocare un coordinamento politico unitario è il “primo passo” per capovolgere questa frammentazione indotta.

La falsa accusa secondo la quale sono le famiglie indigene le responsabili del deterioramento della selva, solo può essere capovolta, afferma Miguel Ángel, solo quando si conoscano le storie delle comunità, il processo che le ha portate a stabilirsi nelle varie insenature e il modo in cui il sistema capitalista cerca di “privatizzare” le risorse naturali e di biodiversità che racchiude la selva.

Foto: Carlos Dardón

2010 Radio Mundo Real / Amigos de la Tierra