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2 marzo 2006 | |

Un gruppo di deputati argentini denuncia REPSOL YPF per frode contabile

Tre deputati argentini del partito di opposizione Afirmación para una República Igualitaria (ARI) hanno chiesto alla Comisión Nacional de Valores del governo di svolgere un’indagine sulla compagnia petrolifera spagnola-argentina Repsol YPF per una presunte frode nei confronti dei suoi azionisti.

Elisa Carrió, Eduardo Macaluse e Fabian Ríos hanno presentato alla Commissione un documento in cui dettagliano le loro accuse all’impresa petrolifera. Inoltre hanno annunciato di voler presentare una denuncia penale nei confronti di Rapsol YPF per il presunto reato di contrabbando di idrocarburi.

I rappresentanti della compagnia, nel gennaio scorso, avevano annunciato una diminuzione del 25% nelle riserve certe di idrocarburi. In Argentina la diminuzione è del 42% e in Bolivia di 53 punti di percentuale.

I deputati argentini hanno consegnato il documento alla Comisión Nacional de Valores il 22 febbraio. In esso accusano Repsol YPF di fornire ai propri azionisti informazioni "false", che nasconderebbero la diminuzione nelle sue riserve certe di idrocarburi.

Secondo il giornale argentino La Nación, i legislatori di Afirmación para una Repubblica Igualitaria spiegano, nel documento consegnato alla Comisión Nacional de Valores, che "l’informazione fornita da Repsol è falsa e ingannevole, dato che la società stava esagerando le sue riserve certe".

La società avrebbe presentato sul mercato dati sbagliati allo scopo di incrementare "artificialmente" i valori delle proprie azioni, che sono quotate in borsa a Buenos Aires, capitale dell’Argentina, Madrid, capitale della Spagna, e New York, città del nordest degli Stati Uniti.

I deputati argentini aggiungono che in Bolivia Repsol YPF ha contabilizzato come riserve di idrocarburi certe anche quelle che sono solo probabili.

La Nación aggiunge che il documento presentato dai deputati argentini dice che le riserve "sono una misurazione fondamentale per gli azionisti di una compagnia petrolifera che cercano di calcolarne le prospettive di crescita".

"Bisogna segnalare che in queste denunce si aggiunge che nel periodo dal 28 luglio 2005 al 27 gennaio 2006 Repsol YPF produsse parecchio materiale falso e rilasciò dichiarazioni ingannevoli…", aggiungono i legislatori.

Carrió, Macaluse e Ríos spiegano anche che "i contratti di Repsol con clienti esistenti probabilmente non si rinnoveranno per le complicazioni nell’estrazione del gas in alcuni giacimenti in Argentina".

La Dogana Nazionale della Bolivia, a metà marzo, ha accusato la filiale boliviana di Repsol YPF di aver estratto illegalmente 230.400 barili di petrolio di 169 litri tra giugno del 2004 e luglio del 2005, equivalenti alla somma di nove milioni di dollari.

Tradotto da: Maria Cristina Bitti – Traduttori per la pace (revisione Gianni Tarquini, Terre Madri)
Progetto Terre Madri – Traduttori Per la Pace – Radiomundoreal
www.terremadri.itwww.traduttoriperlapace.org

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