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20 marzo 2006 | |

“L’acqua è un diritto, averne cura un obbligo”

Non Privatizziamo l’ACQUA: "gli Stati Uniti cercano di “usare il nostro patrimonio idrico come fosse loro”

L’ultima attività che si è tenuta nell’ambito del Forum Internazionale a Difesa dell’Acqua a Città del Messico è stata la conferenza intitolata “Fuori l’Acqua dagli Accordi sul Libero Commercio”, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone in uno dei piccoli auditori del Sindicato Mexicano de Telefonistas.

A conclusione di questa attività c’è stata la celebrazione di chiusura del Forum e la lettura della dichiarazione finale.

La conferenza è stata convocata, tra gli altri, da Fundación Solón della Bolivia e dal Progetto Pianeta Azzurro del Consiglio dei Canadesi, considerata dai suoi membri una delle organizzazioni civili più grandi del Canada. Uno dei temi analizzati nell’agenda di questa attività è stato il Trattato di Libero Commercio (TLC) che la Colombia ha firmato poche settimane fa con gli Stati Uniti e che comporterebbe la consegna di gran parte della sovranità colombiana su temi che riguardano direttamente l’acqua.

Il membro dell’organizzazione ambientalista Censat – Amici della Terra Colombia, Danilo Urrea, ha partecipato a questa attività e Radio Mundo Real lo ha intervistato subito dopo.

Chiediamo a Danilo Urrea le sue considerazioni riguardo la conferenza per lasciare l’acqua fuori dal TLC.

Urrea ha spiegato che “il dibattito era volto principalmente a cercare di presentare le implicazioni del TLC sul tema dell’acqua. E mi è sembrato che il tema dell’acqua in alcuni Paesi, nei loro accordi di libero commercio, non sia stato ampiamente discusso. Per questo mi sembra che (la conferenza) fosse sulla strada giusta”.

Il nostro ospite ha aggiunto che in Colombia il tema dell’acqua non è stato discusso seriamente nell’ambito del TLC, che questo Paese ha accordato con gli Stati Uniti.

Ciò “ha fatto sì che diventasse invisibile una problematica che in qualche modo potrebbe portare la società civile, i contadini e gli indigeni a dover creare, tra i propri piani d’azione, degli accordi concreti” nei confronti di questo trattato, ha aggiunto Urrea.

Radio Mundo Real ha chiesto all’attivista quali potrebbero essere, secondo lui, le conseguenze del TLC, che il suo Paese ha negoziato con gli Stati Uniti, sulla questione dell’acqua.

L’attivista colombiano ha risposto che “in primo luogo, credo che dovremmo dire che il TLC concluso con gli Stati Uniti è una nuova arma di colonialismo, è il loro modo di porre fine alla sovranità”.

“Credo che l’acqua nel TLC, attraverso la sua inclusione in capitoli quali quello relativo a beni, servizi ed investimenti, venga chiaramente considerata una merce. Considerare l’acqua un servizio, un settore nel quale si possano fare investimenti, considerare l’acqua come un servizio ambientale è chiaramente un modo per andare verso la sua privatizzazione e commercializzazione”, ha aggiunto.

Il membro di Censat crede che “in ambito internazionale gli Stati Uniti stiano cercando di allungare tutti i tentacoli del suo polipo per iniziare ad usare il nostro patrimonio idrico come fosse di loro proprietà”.

Urrera ha parlato inoltre di un altro strumento che gli Stati Uniti utilizzano e che si muove in ambito legislativo in Colombia. “Uno di questi strumenti è la nuova Legge sull’Acqua che sta proponendo il governo (colombiano, presieduto da Álvaro Uribe) e che si trova in fase di discussione al Congreso de la República. Questa legge è un chiaro strumento dei trattati, in quanto stabilisce un legame, molto ben pensato dagli Stati Uniti, per cui l’acqua perde il suo carattere di bene comune e diventa una merce”.

Traduzione di Cecilia Silveri – progetto Terre Madri – Traduttori per la Pace – Radiomundoreal – www.terremadri.it - www.traduttoriperlapace.org

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