20 de septiembre de 2010 | Videos | Primer Congreso Movimiento Nacional Campesino Indígena Argentina | Soberanía Alimentaria
La provincia argentina di Mendoza compare nei titolari delle riviste turistiche, programmi speciali televisivi o siti web per i suoi prodotti-emblema: oliveti, vigneti, pomodori.
Ció nonostante, il mondo contadino di Mendoza soffre l’altro lato di questa immagine con la quale sono riusciti a “vendere” Mendoza al mondo a beneficio di poche grandi imprese.
La lotta per l’acqua che questi stessi consorzi concentrano allo stesso modo che la terra, per la produzione sana e sostenibile, per l’industrializzazione e commercializzazione giusta di questi prodotti sono la quotidianitá dell’Unione dei Lavoratori Rurali Senza Terra (UST) di Mendoza, membro del Movimento Nazionale Contadino e Indigeno argentino, che da poco ha celebrato il suo primo Congresso a Buenos Aires.
Verónica Maturano, una dei portavoce di questa provincia ha accettato di dialogare con Radio Mundo Real per ripassare le istanze del Congresso, realizzato nella localitá di Esteban Echeverría, con piú di 1500 delegati che insieme a altre organizzazioni hanno manifestato fino a Plaza de Mayo martedí 14 per simbolizzare il reclamo al potere politico della capitale a compormettersi in programmi di promozione alla produzione contadina come forma per ottenere cibo sano e a un prezzo giusto per la popolazione.
“I nostri problemi principali nei territori sono l’enorme concentrazione di acqua e le privatizzazioni di terre da parte delle grandi imprese”, spiega Verónica.
“Se uno sta usando l’orario di irrigazione delle grandi proprietá e lo scoprono, ci chiudono con cemento i tubi di accesso di acqua e ci obbligano ad abbandonare le nostre fattorie”, dice Verónica.
Ha anche descritto l’esperienza di produzione di vini contadini a partire della fresatura di ció che viene prodotto dalle piccole viti di ogi casa.
Sette anni fa, la UST affrontó l’espulsione di una famiglia che aveva vissuto in quel luogo per generazioni, mettendosi di fronte ai bulldozer con un lavoro organizzato di allerte e blocchi.
“Lo avevamo vissuto come una vittoria dato che eravamo riusciti, attraverso manifestazioni e mobilitazioni, a far concedere ai compagni che sarebbero stati espulsi, 38 ettari e l’allungamento del canale di irrigazione per poter cosí produrre”, ci racconta la militante contadina, presente al congresso della sua organizzazione nazionale.
Tradutricce: Giorgia Scurato
Más allá de los slogans from RMR on Vimeo.
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