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26 luglio 2009 | | |

Forgiato a Washington

Dialogo con Juan Almendares, medico difensore dei Dirittu Umani, sulla detenzione di 50 militanti in Honduras, il ruolo di Washington e la falsa mediazione di Óscar Arias

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L’ex Rettore dell’Università Nazionale dell’ Honduras, Juan Almendares, ha detto a Radio Mundo Real che esiste una grande mobilitazione per ottenere la libertà di una cinquantina di militanti sociali e popolazione che si preparava a ricevere il presidente costituzionale Manuel Zelaya questo venerdì.

Tra i prigionieri politici si trova l’integrante di Via Campesina Honduras, Rafael Alegría e altre 51 persone che si trovano confinate in uno spazio molto ridotto e senza comunicazione.

Almendares ha segnalato che si stavano inviando alimenti ai prigionieri e ci si aspettava che venissero liberati prima delle 18, ora locale, altrimenti dovrebbero rimanere nella prigione della polizia golpista altre 24 ore.

La detenzione di Alegría è stata informata da Juan Barahona, coordinatore nazionale di Via Campesina Honduras, il quale inoltre ha segnalato che Alegría è riuscito a passare la frontiera in compagnia di giornalisti europei e venendo catturato nel confine de Las Manos.

Washington e Arias}} }

Il giurista honduregno Almendares ha inoltre attaccato l’amministrazione nordamericana considerando che il golpe è stato “forgiato a Washington” e lo stesso ha detto contro la “mediazione” del mandatario costaricense Óscar Arias: “sembrerebbe che Arias stia dalla parte del golpe accusando Zelaya di fomentare la violenza e lo stesso si potrebbe dire di Washington”, ha detto Almendares a Radio Mundo Real.

Nel frattempo la catena Telesur ha segnalato che Zelaya è arrivato questo sabato nuovamente a Las Manos, confine tra Nicaragua e Honduras, dove ha detto che rimarrà insieme ai seguaci che lo accompagnano “fino alle ultime conseguenze”, allo stesso tempo ha chiesto al popolo molta “firmezza”.

Al suo arrivo al territorio che condividono Nicaragua e Honduras, chiamato Las Manos, Manuel Zelaya ha manifestato che “siamo decisi ad andare fino alle ultime conseguenze per difendere la democrazia e i diritti umani”.

In seguito ha annunciato che rimarrà nel luogo per i prossimi due o tre giorni, e che monteranno tende da campo per i manifestanti preparati con acqua e alimenti per la vigilia che si impone dal suo arrivo questo sabato.

“Oggi faró due o tre cose: distribuiremo cibo, alimenti, monteremo tende, aspetteremo i compagni che vengono dalle montagne”, ha raccontato Zelaya, il quale ha ringraziato l’ospitalità del paese vicino così come il suo presidente Daniel Ortega.

traduttrice: Giorgia Scurato

(CC) 2009 Radio Monde Réel

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