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27 luglio 2010 | | |

A Lobo nemmeno le firme

La Resistenza honduregna raccoglie adesioni per l’Assemblea Costituente “autoconvocata”

Il periodo dell’incostituzionalità in Honduras è cominciato con il colpo di Stato del 28 giugno 2009 e ancora continua, nonostante i tentativi dei paesi vicini di legittimare il regime di Porfirio Lobo Sosa.

Per questo motivo il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP) vuole raccogliere 1.200.000 firme perchè il sovrano stabilisca un’Assemblea Nazionale Costituente “autoconvocata”.

“Però le firme non le presenteremo a un governo golpista”, hanno chiarito i militanti Betty Matamoros e Francisco Ríos in un’intervista con Radio Lora della Svizzera. Una nuova carta magna permetterà, tra le altre cose, democratizzare l’accesso alle risorse naturali che oggi sono “nelle mani di otto o dieci famiglie”, secondo il FNRP.

Le forze antigolpiste reclamano che l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) “accompagni lo smantellamento” della struttura golpista attraverso una Costituente, invece di raccomandare un “veloce riconoscimento legale” per l’Honduras, in riferimento alla richiesta della sua reintegrazione formulata dal Sistema dell’Integrazione Centroamericana (SICA).

Il FNRP considera che dietro questa esigenza, verso la quale si è opposto solo il governo del Nicaragua, c’è il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che vuole installare in Honduras nuove basi militari che saranno funzionali alla “sua strategia geopolitica imperialista contro i paesi della regione”.

Assicurano inoltre che in Honduras “persistono tutti i fatti condannabili del colpo di Stato”, e che in alcuni casi la situazione repressiva è diventata ancora più grave.

Nell’intervista con Radio Lora, che diffonde l’informativo Más Voces, i militanti del FNRP denunciano che in questa tappa la repressione “è più selettiva”, e che i gruppi paramilitari “stanno all’ordine del giorno”.
I necrologi delle organizzazioni popolari sono moneta corrente. La settimana scorsa, per esempio, il FNRP ha diffuso un comunicato per l’assassinio di Marco Tulio Amaya, membro attivo della Resistenza e avvocato difensore dei dirigenti che sono finiti in prigione per la loro opposizione al Colpo si Stato.

Tradutrice_ Giorgia Scurato

Foto: http://www.flickr.com/photos/46191955@N03/

(CC) 2010 Radio Monde Réel

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