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19 aprile 2006 | |

Ecuador cerca in tutti i modi di riprendere i negoziati con gli Stati Uniti per firmare il TLC

Il presidente ecuadoriano Alfredo Palacio ha ordinato alla cancelleria del suo paese di mettere in atto un insieme di azioni diplomatiche e di attivare tutti i meccanismi tecnici necessari per assicurare la ripresa dei negoziati con gli Stati Uniti, per la firma di un Trattato di Libero Commercio (TLC).

L’obiettivo di Palacio è di riprendere i negoziati entro la metà di maggio. Secondo il quotidiano ecuadoriano La Hora, il capo dei negoziati del paese per il TLC, Manuel Chiriboga, ha reso noto che “se non si dà avvio al processo (di negoziazione avanzato) entro il 15 maggio, penso che i negoziati non si concluderanno entro l’anno”.

Chiriboga ha aggiunto che questo “ovviamente preoccupa, e immensamente, per gli effetti economici e sociali che si possono avere, soprattutto quando la Colombia e il Perù inizieranno ad attuare l’accordo con gli Stati Uniti”.

La Hora spiega che il governo ecuadoriano invierà una lettera al rappresentante commerciale degli Stati Uniti, Rob Portman, per richiedere formalmente a questo paese la ripresa dei negoziati per la firma del TLC.

La lettera verrà inviata questa settimana e sarà firmata dal ministro del Commercio con l’Estero ecuadoriano, Jorge Illingworth, e dal cancelliere Francisco Carrión.

Chiriboga spera che all’inizio della prossima settimana gli Stati Uniti rispondano alla missiva definendo una data per riallacciare i negoziati.

Secondo La Hora, il Potere Esecutivo ecuadoriano rimane fermo sulla necessità da parte degli Stati Uniti di rispettare la sovranità ecuadoriana per poter proseguire i negoziati del TLC.

“La negoziazione del TLC non può essere subordinata alla sovranità che l’Ecuador esercita tramite la riforma della Legge sugli Idrocarburi e sulla possibilità di sanzionare qualsiasi compagnia petrolifera straniera che contravvenisse alle leggi ecuadoriane”, ha detto martedì il Segretario Generale per la Comunicazione della Presidenza, Enrique Proaño.

Rappresentanti delle confederazioni imprenditoriali dell’Ecuador ritengono responsabile Alfredo Palacio di avere “ostacolato” i negoziati del TLC con gli Stati Uniti, a causa delle riforme che sono state introdotte dalla Legge sugli Idrocarburi approvata dal Congresso Nazionale alla fine di marzo.

La legge stabilisce che lo Stato ecuadoriano debba ricevere il 60% delle entrate extra che le imprese petrolifere private operanti nel paese, percepiscono dall’incremento del prezzo per barile di greggio.

Le organizzazioni indigene ecuadoriane, capeggiate dalla Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (CONAIE), si sono mobilitate contro il TLC tra il loro paese e gli Stati Uniti.

Tali organizzazioni hanno reso noto che veglieranno affinché il governo di Palacio rispetti la Legge sugli Idrocarburi già approvata, che per loro significa la redazione di un minimo di condizioni alle imprese petrolifere straniere a beneficio dello stato ecuadoriano e il suo diritto sulle proprie risorse naturali.

Tradotto da Sonia Chialastri – progetto Terre Madri – Traduttori per la Pace – Radiomundoreal – www.terremadri.it - www.traduttoriperlapace

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