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8 ottobre 2009 | Notizie | Caducando la impunidad | Diritti Umani
Ieri pomeriggio la Corte Suprema di Giustizia dell’Argentina ha risolto, all’unanimità, l’estradizione di Nelson Bardesio, un ex agente di polizia uruguaiano accusato di far parte dello Squadrone della Morte negli anni ’70.
Quasi quarant’anni dopo aver commesso innumerevoli violazioni dei diritti umani, la Giustizia uruguaiana alla fine interrogherà l’ex fotografo della polizia, accusato di delitti di sparizione forzata e omicidio aggravato.
La giudice penale uruguaiana Graciela Eustachio aveva richiesto l’estradizione nel quadro di un’indagine per la partecipazione di Bardesio nell’assassinio dei militanti sociali Héctor Castagnetto, Manuel Ramos Filippini, Abel Ayala e Ibero Gutiérrez, commessi tra 1971 e 1972.
Alla vigilia il massimo tribunale argentino respinse l’appello presentato dalla difesa di Bardesio e ratificò la sentenza di primera istanza del tribunale Federale di Morón, il quale aveva dichiarato valida la richiesta di Eustachio.
“In base alla richiesta di estradizione Bardesio Marzoa fece parte del ’Comando Caza Tupamaros’ e partecipò attivamente allo stesso, sia nella sua formazione che nella partecipazione diretta agli illeciti penali commessi da questo gruppo, inclusi quelli riferiti prima”, ha concluso la Corte Suprema, secondo ciò che si evince dal sito internet del Centro di Informazione Giudiziale (www.cji.gob.ar).
Inoltre la Corte ha respinto le lamentele simili di Jorge “El Tigre” Acosta, Eugenio Pereyra Apestegui, Aldo Maver e Miguel Ángel Rovira, anch’essi accusati di violazioni dei diritti umani in Argentina.
Bardesio si è dichiarato integrante dello Squadrone della Morte durante il suo sequestro da parte della guerriglia uruguaiana del Movimento di Liberazione Nazionale (MLN) nel marzo del 1972, e ha segnalato come membri di questo gruppo illegale Armando Acosta Lara, Victor Castiglioni, Hugo Campos Hermida e Miguel Sofía, tra altri. Tuttavia, dopo la sua liberazione dalla Carcere del Popolo dell’MLN, Bardesio negò tutte le sue confessioni.
Bardesio fu detenuto nella riva vicina dall’Interpol nel luglio 2008, dopo un’indagine realizzata dal settimanale uruguaiano Brecha, che riuscì ad ubicare la sua casa nel quartiere Ituizangó, a Buenos Aires. Nel caso dell’imprenditore Sofía, residente negli Stati Uniti, profugo della Giustizia uruguaiana, esiste la possibilità che venga emesso un ordine di cattura internazionale contro di lui.posibilidad de que se emita una orden de captura internacional en su contra.
traduttrice: Giorgia Scurato
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